Antonio Atza
Antonio Atza nasce a Bauladu nel 1925. Inizia presto a disegnare e dipingere e, dopo il ginnasio, s'iscrive all'Istituto Statale d'Arte di Sassari dove ha come insegnanti Stanis Dessy, Salvatore Fara e Filippo Figari, e come compagni Vittorio Calvi, Nino Dore e Francesco Becciu.
Alla fine degli studi inizia l'insegnamento e insieme la sua ricerca artistica.
Le sue prime opere hanno come protagonisti dei personaggi bosani di cui esegue i ritratti, e scorci paesaggistici. Il 1957 si rivela un anno importante per l'arte sarda, perché si svolge a Nuoro la prima edizione del Premio Sardegna. Il primo premio viene assegnato a Mauro Manca al quale si deve l'introduzione delle novità artistiche in Sardegna. Il pittore instaura una grande amicizia con Mauro Manca a cui lo legherà una profonda stima. Intanto anche a Cagliari iniziano ad essere evidenti i primi segnali di una svolta nel campo artistico e nel 1958 viene creata l'associazione culturale Studio 58, della quale fanno parte numerosi giovani artisti. Proprio in questi anni Atza dipinge la sua prima tela di stile futurista, Autoritratto (1958). Giunge a Cagliari nel 1957 ed entra presto in contatto con gli artisti appartenenti al gruppo 58, tra cui ritroviamo: PRIMO PANTOLI, GAETANO BRUNDU, LUIGI PASCALIS, TONINO CASULA, POSSANA ROSSI, MIRIAM SCASSEDDU, BIAGIO CIVIALE. All'anno successivo, 1959, sono da ricondurre i quadri a soggetto ferroviario, e di stile neorealista. Nel 1960 alla mostra allestita dallo Studio 58 presso il portico di Sant'Antonio, Atza presenta le Sabbie, serie di polimaterici su tela, che aveva iniziato a realizzare nel 1958. I Blues risalgono al 1960, e la serie si concretizza con delle opere astratte in cui compaiono delle simblogie assimilabili al mare e al sogno. Le tele di grandi dimensioni vengono cosparse di colla alla quale si aggiunge della carta velina che viene poi ricoperta con dei colori. A metà degli anni '60 la sua personale ricerca artistica si apre alle esperienza della pop art, visibile nei suoi telai 'a cassetta', creando un linguaggi innovativo e surreale, nella quale utilizza dei fili di plastica colorati.